Una resistenza alle tentazioni del potere - Cosa vedere a Polignano a Mare, Vacanze a Polignano a Mare

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Un tempo non lontano si curava, fors’anche eccessivamente, il matrimonio tra uomo e donna. Quello che contava ancora di più, per la verità, era la “procreatio”, la possibilità cioè di dare figli alla patria perché il numero era considerato potenza. Di conseguenza v’era una politica tutta tesa a persuadere i cittadini della necessità di fare molti figli con premi di natalità e provvidenze varie per le madri prolifiche.
Ma c’era anche una politica tesa a scoraggiare il celibato con la famosa tassa sul celibato e il divieto di ricoprire cariche pubbliche per chi non fosse stato coniugato.

Nella miniera di informazioni che si ricavano compulsando faldoni polverosi presso l’Archivio di Stato di Bari è venuto fuori anche una copiosa corrispondenza tra Polignano, Prefettura di Bari e Ministero dell’Interno negli anni 1934/35/36 e inizio del ’37.

All’epoca - ogni tempo in fondo in fondo è sempre lo stesso – le lettere anonime e anche quelle sottoscritte con nomi e cognomi di polignanesi reali e distinguibili, inzeppavano i fascicoli di Prefettura: si tentava in tal modo di impedire che altri fossero prescelti dal regime fascista nel privilegio di ricoprire incarichi pubblici.

È quello che capitò a un personaggio di Polignano, del quale ometto il nome perché quel che conta di più ai fini di questo resoconto, è la vicenda in sé.

Nonostante gli impedimenti, questo paesano (nato il 15 agosto 1906) venne prescelto (era il 20 aprile del 1934) per le sue alte qualità umane, professionali e culturali per reggere - pur giovanissimo - le sorti del Comune in qualità di Commissario prima ed eventualmente, dopo un periodo di sperimentazione, come Podestà.

Ma Podestà non lo divenne mai e non per demeriti o per disavventure giudiziarie, anzi era considerato di specchiata onestà e di doti non comuni tanto che non si riusciva a trovare un degno sostituto.

La ragione? Non era coniugato!  E il prefetto nominandolo Commissario, forse abbagliato dalle note positive che leggeva nelle informative riservate dei regi Carabinieri, aveva omesso di accertare se fosse ammogliato o meno. Ci pensò il Ministero, allorchè ricevette la doverosa comunicazione prefettizia che era stato finalmente nominato il Commissario a Polignano, a riportare alla realtà politico-amministrativa di quei tempi, un ligio Prefetto, che probabilmente si riteneva già molto soddisfatto di aver finalmente trovato l’uomo giusto per amministrare il paese di Polignano.

Il ministero chiese dunque di conoscere se il nuovo Commissario fosse coniugato e alla comunicazione che non lo era iniziò uno stillicidio di pressioni sul Commissario acchè trovasse moglie per poter continuare a rivestire l’incarico.

Il commissario durò in carica oltre tre anni perché non si trovava un degno sostituto e perché i polignanesi non volevano che venisse sostituito avendolo apprezzato e stimato di giorno in giorno sempre più.

Il nostro bravo paesano resistette a lusinghe varie e pressioni superiori e si ammogliò - dandomi la gioia di poterlo confermare - ma solamente circa dieci anni dopo la nomina.
Morale del racconto, in breve: un uomo serio sa resistere a tutte le tentazioni del potere facendo prevalere l’interesse pubblico a quello personale!

La storia è del tutto vera ed è suffragata da decine di documenti estratti dai fondi documentari dell’Archivio di Stato di Bari.

Per chi volesse saperne di più sulla vicenda sopra cennata, soffermarsi eventualmente a leggere con comodo i documenti originali sugli anni del fascismo a Polignano dal 1934 al 1945 può chiedere alla locale biblioteca comunale di fotocopiare il mio Diorama n. 8.

11.08.1934 : richiesta del prefetto al commissario prefettizio

27.10.1934 : richiesta del prefetto al commissario prefettizio

20.10.1934 : risposta ironica del commissario prefettizio

10.11.1934 : richiesta del ministero se il C.P.
“abbia contratto matrimonio”

17.04.1936 : pressione del ministero sul prefetto perché proceda a trovare un sostituto del commissario


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