L’insediamento archeologico di Madonna di Grottole situato a N–E della città di Polignano a Mare, a circa 3 km dall’abitato. Le sue caratteristiche morfologiche e i suoi è uno dei siti archeologici della Puglia più suggestivi e ricchi di storia.All’insediamento si accede dalla masseria omonima prospiciente la vecchia strada Polignano a Mare – Conversano. Madonna di Grottole è di proprietà dell’avvocato Giacomo Olivieri che lo ha acquistato, alcuni anni fa, dal Conte Domenico Valentini costode per molti anni del noto sito archeologico. Madonna di Grottole è un costone calcarenitico caratterizzato da sessantadue grotte manufatte di differente forma e dimensione, frequentate dall’uomo dalla preistoria fino all’età moderma. Il paesaggio, tipicamente agrario appare agli occhi dei visitatori con la sua terra di colore rosso, vecchi muretti a secco che ne contengono il dilavamento e talvolta si confondono con la parete rocciosa del costone. Le essenze botaniche presenti sono di due tipi: quelle spontanee che crescono e si sviluppano nei pianori interni, vicino alle grotte e quelle non autoctone piantate dall’uomo, prevalentemente caratterizzate da uliveto, mandorleto e alberi da frutto, presenti sia negli ampi pianori interni che in quelli esterni. Ponendo lo sguardo in direzione Nord, verso il mare, è possibile, da ogni punto dell’insediamento, osservare l’antica Abbazia di San Vito, nota per le sue importanti frequentazioni umane.Si accede all’insediamento dalla masseria omonima che comprende la una piccola chiesa dedicata a Santa Maria della Consolazione e parte di un antico monastero agostiniano. L’insediamento grotticolo che a partire dalla masseria serpeggia parallelamente alla linea di costa, si estende per circa due chilometri. Nel 2007 con “La Conservazione di un sito archeologico-Madonna di Grottole a Polignano a Mare “ è stato pubblicato un volume finalizzato alla conservazione dell’intero insediamento. Obbiettivo di questa ricerca è stato quello di ricostruire la storicità dei monumenti grotticoli, noti alla letteratura paletnologica fin dagli anni ’40, per definire il progetto di conservazione e stabilire criteri di priorità oggettiva ad una ricerca archeologica di tipo programmato. La conoscenza delle fasi storiche ha fornito dati essenziali per la valutazione dello stato di conservazione dell’insediamento e per il progetto di valorizzazione. La ricerca è iniziata nel 1999 con l’indagine storico-documentaria organizzata e condotta dapprima attraverso uno spoglio delle fonti letterarie sull’argomento a partire dal 1601 fino ai nostri giorni e successivamente attraverso una ricerca di archivio che ha permesso di selezionare antiche carte tematiche a relative al territorio di Polignano a Mare e al sito in questione. Contemporanemente è stato avviato il progetto di rilevamento dei singoli manufatti grotticoli e dell’intero insediamento che ha fornito numerose informazioni sull’architettura, la distribuzione degli spazi, le forme, le differenti tecniche di lavorazione, i primitivi elementi stilistici, i degradi e i dissesti dei manufatti. La planimetria dell’intero insedamento ha evidenziato la distribuzione e l’organizazione dei manufatti lungo l’intera parete rocciosa. Il rilievo in questa ricerca è diventato quindi il fondamento, la valutazione storico – critica ma anche lo strumento privilegiato ai fini della conservazione. Interessante è stata l’indagine tipologica-morfologica dei singoli manufatti grotticoliche che ha evidenziato, oltre al rapporto che insiste tra ogni unità grotticola e il luogo, le fasi storiche dei manufatti che confrontate con i Survey di superficie, hanno evidenziato l’evoluzione storica di ogni singolo manufatto.Per ricavare altre informazioni utili alla conoscenza dell’insediamento, sono state utilizzate metodi di rilievo indiretto come il Telerilevamento. Acquisite tutte le informazioni disponibili dalle analisi sopra enunciate, è stata, dunque, impostata una proposta di conservazione e di valorizzazione che mira al riconoscimento della storicità dell’insediamento per conservervarne la memoria e l’identità culturale.
Fonte: www.territoriopolignanoamare.it