GiovanBattista Pacichelli - Cosa vedere a Polignano a Mare, Vacanze a Polignano a Mare

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L’abate GiovanBattista Pacichelli ha il merito, per quanto riguarda Polignano, di averci lasciato l’unico disegno della nostra città. Altri viaggiatori hanno ritratto scorci suggestivi, p.e. della Grotta Palazzese, ma nessuno ha mai fatto altro disegno del paese. L’Atlante dizionario iconocartografico delle città meridionali elaborato nel 1708 da Francesco Cassiano de Silva contempla molti altri paesi delle Puglie ma, purtroppo, non Polignano.

Di seguito si trascrivono le parole usate dal Pacichelli per accennare a Polignano. È il 1687, quarto (e ultimo) viaggio.

“...  In cinque miglia, la mattina del venerdì, alla città maritima e forte di Polignano, del Marchese Don Marino Rodolovich, mio parzialissimo, che ha copia di colombi e grotte prodigiose per natura.

Nell‟altar pensile, parimente, adorai, per mani del sagrestano, il braccio di San Vito e, in vaso di argento somigliante ad una pisside, picciole parti del suo ginocchio, le quali dissero tramandin sudore a fronte degli offesi da‟ cani rabbiosi, i quali incontinente si sanino.

Più avanti, forsi tre miglia, sta la chiesa di San Vito, col ponte levatoio, che abbraccia una casa del Conte di Conversano e l‟ospizio de‟ Padri Conventuali, ove il Superiore s‟intitola Commissario. In quell‟altare, sotto di una sua divota imagine che mi fu scoverta, alle strida di femine ossesse, voglion rimanga depositato il corpo del Martire giovinetto e de‟ suoi Santi compagni, Modesto e Crescenzia, accorrendovi sempre infermi, che son graziati, e costumandosi nel quintodecimo di giugno, suo festivo, trasferirvis‟il braccio sudetto.

Entrai bentosto nella riserva delle caccie di Conversano, ove un picciol daino ci venne a‟ piedi e poi nelle braccia, lasciandosi trasportar e mangiare.

E in due altre ore, cioè a dire nelle più calde, salì a questa città.


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